Cos'è?

Risposta al "cos'è?" n°3:

 

E' l'ingrandimento di una delle illustrazioni realizzate da Bruno Munari contenute nel libro L'anguria Lirica di Tullio D'Albisola.
Tullio d'Albisola è in realtà uno pseudonimo di Tullio Mazzotti, coniatogli da Filippo Mariretti autore del manifesto del Movimento Futurista.
A Mazzotti si da il merito di aver introdotto nel Movimento Artistico del Futurismo la ceramica come materiale, ponendosi così in una posizione all'avanguardia in quegli anni in cui la ceramica di Albissola veniva prodotta esclusivamente in maniera artigianale.
Le reallizzazioni del Mazzotti, esposte nelle mostre di tutta Italia, ebbero un grande successo da parte del pubblico e della critica.
Negli anni della sua militanza nel Movimento Futurista, Tullio, realizzò, oltre a ceramiche, sculture e aereopitture, le Litolatte: libri di latta con testi suoi e del Marinetti.



Fonte:


http://carlograndedesignallievo.blogspot.com/p/cose.html

Risposta al "cos'è?" n°2:





Good design di Bruno Munari


L'immagine rappresenta delle pillole alimentari di diversi diametri, confezionate in astucci bivalve molto eleganti per forma, colore, materia, semitrasparenza e semplicità d'apertura.
Sia il prodotto stesso che l'astuccio e l'adesivo derivano tutti da una unica origine di produzione. Non quindi lavorazioni diverse su materiali diversi da montare poi in una successiva fase di finitura, ma una programmazione di lavoro molto esatta, certamente frutto di un lavoro di gruppo (team-work).
L'oggetto è monocromo ma con sensibili variazioni di tono, ciò gli dà un aspetto appena sofisticato, che però incontra anche il gusto dei consumatori più lontani da una cultura attuale. Il colore è un verde, un certo verde molto noto sotto la denominazione popolare di "verde pisello", colore abbastanza bene calcolato fin dall'inizio della produzione e non più cambiato a tutt'oggi. Questo colore ha determinato influenze cromatiche anche nella moda e nell'arredamento intorno agli anni 20-30.
La forma delle pillole è abbastanza normale benché ci si sia preoccupati di variarle di diametro; ciò che invece risalta per l'originalità, e nello stesso tempo la semplicità della concezione, è l'astuccio: la sua funzione prende forma in due elementi uguali e simmetrici, come si usa progettare oggi per ragioni di economia produttiva, concavi quanto basta per contenere le pillole di cui hanno già l'impronta sia della forma che del numero e della disposizione. I due elementi sono uniti, a perfetta tenuta, da un adesivo che svolge una doppia funzione: come cerniera-molla dal lato minore e come semplice adesivo dal lato più lungo. Tenendo l'astuccio "di coltello", come si dice, tra l'indice e il pollice e facendo una leggera pressione con i polpastrelli, l'astuccio si apre di scatto e mostra le pillole tutte bene allineate in ordine di grandezza. Le pillole potrebbero cadere a terra ma una puntina di adesivo le trattiene così che si possano staccare quando si vuole anche solo toccandole con un dito.
Una delle caratteristiche tipiche di queste produzioni è la variazione nella serie. Problema molto discusso nei vari congressi mondiali di Designers: nella progettazione di un oggetto di grandissima produzione dobbiamo tener conto dei gusti del pubblico e proporre possibili variazioni al modello così da aumentare le vendite accontentando un maggior numero di compratori? Nel caso della produzione dei piselli si riscontra forse una eccessiva varietà: pur conservando rigorosamente forma e colore, si possono trovare in commercio contenitori da dozzine di pillole, da dieci, nove, otto... fino a contenitori da un pisello. Eccessiva variazione e, in definitiva anche un certo spreco. E poi chi compera un pisello solo e, ancora, lo esige nel suo contenitore? Eppure da migliaia di anni questo oggetto continua a essere prodotto in questo modo; il consumatore non fa caso a questi particolari. Comunque è probabile che questa eccessiva variazione sia il risultato di un errore nella ricerca di mercato, certamente fatta prima di stabilire una così grande produzione e in uso ancora oggi per negligenza burocratica.
Anche in questo caso nessuna concessione stilistica di un ormai superato gusto del bello classico o moderno secondo le ultime correnti artistiche, nessuna compiacenza sculturale, nessun facile antropomorfismo, ma un dosato gioco dimensionale delle singole parti. L'oggetto si inserisce con onore nella tradizione tecnologica di una produzione calcolata sia pure con estremo rigore ma non senza calore umano e sociale e, si può forse dire, con un leggero senso di humor.


di Bruno Munari

Fonte:


Risposta al "cos'è?" n°1:

Soluzione all'immagine 1:

E' il particolare di una scarpa Adidas (modello oki-ni-aps) ispirata al pattern "Bacterio" ideato dal gruppo Memphis, fondato da Ettore Sottsass (1981). Il patter Bacterio venne realizzato in laminato plastico da Abet Print nel 1978/1979. Questo ed altri motivi ideati dal gruppo Memphis vennero utilizzati sui laminati plastici per il rivestimento di mobili ed oggetti vari.
La collaborazione tra Abet Laminati e Ettore Sottsass ha dato origine ad un modo nuovo di concepire il laminato. Una committenza illuminata e coraggiosa da una parte e la straordinaria sensibilità al colore e la grande capacità di Ettore Sottsass di utilizzare il disegno e la sua forza evocativa dall’altra hanno generato una serie di lavori e di manufatti.
Il laminato era stato utilizzato fino agli anni '60 come mera superficie che riproduceva, per imitazione, qualcosa di già esistente in natura (il finto legno, il finto marmo, etc). La grande intuizione di Abet Laminati fu quella di comprendere che il laminato poteva avere una propria indipendente ed originale capacità espressiva, che poteva contribuire a dare identità alla superficie di un oggetto, che poteva vestire un mobile o una piano cambiandone la percezione.



Ingrandimento del "bacterio"






Ettore Sottsas,Libreria Carlton.



Fonte:
http://antoniogeracedesignallievo.blogspot.com/p/cose.html


Soluzione all'immagine 2:

E' l'ingrandimento di un numero civico di un'architettura fotografata da Ettore
Sottsass pubblicata nel libro "Foto dal Finestrino".
Nel libro vi è la raccolta di 26 istantanee, corredate da altrettante didascalie, del tutto inconsuete.
Nelle fotografie vediamo particolari che lo sguardo attento di Sottsass ha colto nelle diverse parti del mondo, case, baracche, volti, tutti fortemente significativi.

Fonti: